L’aumento delle infezioni negli ospedali: un problema che ci sta sfuggendo di mano
Ogni anno si verificano più di 2,5 milioni di ICA in Europa e, solo in Italia, tra il 5 e l’8% dei pazienti ospedalizzati contrae un’infezione, e ciò si traduce in un impatto significativo sulla salute e sulla sicurezza dei pazienti.

L’Emergenza delle Infezioni Ospedaliere
Le ICA (infezioni acquisite che costituiscono la complicanza più frequente e grave dell’assistenza sanitaria) rappresentano una minaccia seria per la salute pubblica, con il Covid-19 che ha aggiunto ulteriori complessità a questo panorama già critico. Circa l’80% di tutte le infezioni ospedaliere coinvolge le quattro sedi principali: il tratto urinario, le ferite chirurgiche, l’apparato respiratorio e le infezioni sistemiche come la sepsi. Sebbene le infezioni urinarie siano le più comuni, si è osservato un aumento delle batteriemie e delle polmoniti negli ultimi anni.
L’uso eccessivo di antibiotici e l’impiego diffuso di cateterismi vascolari hanno contribuito a questo aumento, evidenziando la necessità di adottare misure preventive efficaci.

Le infezioni polmonari
Le infezioni ospedaliere delle vie respiratorie, conosciute come infezioni nosocomiali, costituiscono una minaccia significativa per i pazienti durante il loro soggiorno ospedaliero. Queste infezioni, causate dall’ingresso di agenti patogeni nelle vie respiratorie e nei polmoni, possono portare a gravi polmoniti. Il termine “nosocomiale” si riferisce al fatto che queste infezioni sono acquisite durante l’ospitalità in strutture sanitarie, a seguito dell’esposizione a microrganismi dannosi.
Generalmente, queste infezioni emergono circa 48 ore dopo l’ammissione in ospedale, clinica privata, pronto soccorso, casa di cura o RSA. La frequenza elevata di tali infezioni spesso riflette una qualità insufficiente dell’assistenza sanitaria fornita, con molte complicanze e decessi associati alle infezioni respiratorie, richiedendo una revisione approfondita delle pratiche mediche e infermieristiche adottate.
Le infezioni ospedaliere sono influenzate da vari fattori, tra cui l’uso improprio di antibiotici, la compromissione delle difese immunitarie del paziente, trattamenti invasivi, interventi chirurgici e degenza prolungata, insieme a una scarsa igiene delle mani e degli strumenti medici. Queste infezioni possono manifestarsi con sintomi quali difficoltà respiratorie, tosse, espettorato purulento e segni di infezione toracica.
Le bronchiti e le polmoniti rappresentano due delle infezioni polmonari più comuni, caratterizzate da sintomi simili, tra cui tosse persistente, produzione eccessiva di muco e febbre. I pazienti con difese immunitarie compromesse, come gli anziani o coloro sottoposti a cure intensive, sono particolarmente vulnerabili a tali infezioni, con vari batteri responsabili, tra cui streptococchi, stafilococchi e pneumococchi.
Per prevenire queste infezioni, è essenziale rispettare rigorosamente le norme igieniche e utilizzare dispositivi medici sterilizzati. I pazienti in terapia intensiva sono particolarmente a rischio e richiedono un monitoraggio attento per evitare il contagio. Gli esercizi di respirazione e la tosse profonda possono aiutare a mantenere i polmoni aperti e a rafforzare i muscoli respiratori, riducendo così il rischio di infezioni polmonari durante il ricovero ospedaliero.
La tecnologia UV-C: una soluzione decisamente valida
Ad oggi esistono sistemi che garantiscono una serie di vantaggi che vanno oltre la semplice sanificazione degli ambienti. Innanzitutto, attraverso tecnologia UV-C diventa più efficace combattere una vasta gamma di agenti patogeni, non solo virus e batteri, ma anche muffe e altri microrganismi dannosi per la salute umana. Questo non solo garantisce un ambiente più sicuro per gli occupanti, ma contribuisce anche a ridurre la diffusione di malattie infettive.
Inoltre, la capacità di questi sistemi di monitorare costantemente il livello di sanificazione e di ozono prodotto rappresenta un enorme vantaggio in termini di sicurezza e controllo. Gli operatori possono essere certi che l’ambiente sia santificato in modo efficace e che non vi siano rischi per la propria salute derivanti dall’esposizione a livelli eccessivi di ozono o da una sanificazione incompleta.
La flessibilità li rende perfetti per il contesto sanitario. Infine, la conferma dell’efficacia della tecnologia UV-C contro il virus Covid-19 attraverso test specifici, rappresenta un elemento di rassicurazione fondamentale per gli utenti, garantendo che i sistemi siano in grado di affrontare anche le minacce più recenti e urgenti per la salute pubblica.
